Costi ed investimenti
La certificazione ISO 45001:2023 comporta dei costi a carico dell’impresa. Ciascuna azienda ovviamente avrà i suoi costi che possono variare di molto a seconda della dimensione aziendale, dal numero dei lavoratori, dalle attrezzature, dagli impianti impiegati e dalle tecnologie adottate.
Le spese, per semplicità, possono essere divise in quattro gruppi:
- Spese di consulenza
- Spese per l’iter di certificazione
- Investimenti per adeguare o acquistare ex novo macchine/attrezzature meno pericolose
- Spese per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuali (DPI)
Le spese di consulenza
Per l’implementazione e la certificazione del sistema ai sensi della ISO 45001:2023 è importante affidarsi ad un buon consulente, esperto di sistemi di gestione.
Tale consulente verrà pagato per progettare e creare un sistema di gestione per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro per l’azienda specifica in questione. Molti imprenditori piuttosto che rivolgersi ad un professionista esterno fanno riferimento alla competenza di lavoratori già presenti in azienda. Tale strada, spesso, non si rivela la migliore.
Il consulente aziendale si avvale della sua esperienza quotidiana. Già conosce la documentazione da approntare e sa come “essere presente” durante gli audit esterni che farà l’ente certificatore. Sicuramente susciterà un’attenzione di qualità maggiore prestata dai lavoratori nei confronti dell’applicazione delle procedure.
Spesso poi i lavoratori aziendali, ancorché esperti, trovano difficoltà a sviluppare il sistema di gestione poiché sono già oberati di lavoro nelle loro mansioni quotidiane. Va sottolineato inoltre che il consulente esterno gode di autonomia e autorevolezza nei confronti dello stesso datore di lavoro che gli consentono, rispetto ad un lavoratore interno all’azienda, di essere più assertivo nei confronti degli “scettici” e dei riottosi.
Costi e tempi del ricorso alla consulenza esterna, molto spesso, sono più contenuti rispetto ai costi e ai tempi da sopportare per una iniziativa “fai da te”.
Il consulente di solito formula e propone come unico intervento di consulenza quello che riguarda più attività:
- Progettazione
- Sviluppo del sistema in azienda
- Formazione
- Audit iniziali
- Assistenza per l’audit svolto dall’ente certificatore ai fini del rilascio del certificato
Vale la pena sottolineare che la disponibilità di un buon kit documentale relativo al sistema ISO 45001:2023 aiuta sicuramente a risparmiare soldi e tempo sia al consulente esterno che lo adotta per sviluppare il sistema di gestione alle sue imprese/ clienti, sia alle imprese stesse che lo possono utilizzare come strumento di guida grazie alla documentazione già sviluppata e conforme alla Norma e alla legislazione in tema di sicurezza.
Le spese dell’ente certificatore
Queste spese riguardano l’esecuzione degli audit da parte dell’ente prima del rilascio del certificato. L’ente, di solito, fa pagare la trasferta dei suoi auditor presso l’azienda interessata e l’attività di analisi della documentazione aziendale che l’organizzazione procede ad inviare all’istituto prima degli audit di certificazione.
L’importo da corrispondere all’ente certificatore dipende molto dal numero delle unità lavorative presenti in azienda e dalle spese di trasferta da sostenere per gli auditor che si spostano e soggiornano nella località geografica dell’impresa e dei suoi stabilimenti.
Si tenga conto che alle spese sostenute per ottenere la certificazione vanno aggiunte quelle del mantenimento. L’ente certificatore infatti provvederà negli anni ad effettuare gli audit per verificare la costante conformità dell’operato aziendale alle prescrizioni del sistema ISO 45001:2023.
Alcuni enti certificatori talora propongono dei pre-audit (a pagamento) che permettono all’impresa e ai suoi lavoratori di “saggiare” il neonato sistema di gestione prima ancora che vi siano gli audit ufficiali per la certificazione. Questi audit, a differenza di quelli finalizzati alla certificazione, non prevedono la formalizzazione degli esiti degli audit in maniera ufficiale, ma forniscono informazioni utili all’organizzazione per migliorare lo stato del sistema di gestione prima dell’audit ufficiale.
Investimenti per adeguare o acquistare ex novo macchine/attrezzature meno pericolose
Il percorso per la certificazione è preceduto dalla individuazione dei pericoli, la valutazione dei rischi e la determinazione dei controlli.
Il datore di lavoro deve determinare controlli (operazioni) sufficienti a eliminare o a ridurre il rischio presente in azienda. In tali operazioni sono inclusi gli acquisti di nuovi impianti oppure il revamping per quelli già presenti. In un caso e nell’altro il rischio deve essere abbassato e deve assolutamente raggiungere il livello di accettabilità.
Ridurre l’esposizione dei lavoratori ai fattori di rischio talora richiede non soltanto un investimento in attrezzature ed impianti ma anche in nuove tecnologie. Quelle meno rischiose e più tecnicamente evolute devono essere preferite alle tecnologie esistenti che presentano un rischio alto per la sicurezza e la salute dei lavoratori.
L’impatto di spesa in tale senso è molto differente da azienda ad azienda. Si pensi ad esempio ad un call center. I rischi sono principalmente legati all’impiego del video terminale e dunque riguardano soprattutto la vista, la postura e l’elettrocuzione.
La sostituzione delle postazioni di lavoro esistenti e non a norma (scrivanie, computer, monitor, software, sedile, poggiapiedi ecc.) avrà un costo decisamente inferiore (in termini proporzionali) rispetto alla sostituzione di componenti di impianto di un’azienda chimica.
Spese per l’acquisto dei dispositivi di protezione individuali (DPI)
Di non minore importanza sono le spese relative ai dispositivi di protezione individuale. Ci sono aziende che devono dotare i lavoratori di
- Elmetti a protezione del cranio
- Occhiali a protezione degli occhi
- Stivali e calzature
- Otoprotettori
- Etc.
I DPI sono di vario tipo e sono appartenenti alla I, II e III categoria come indumenti di protezione (contro aggressioni meccaniche, chimiche, calore, radiazioni, ecc.), dispositivi di protezione di tronco e addome (giubbotti o grembiuli), dispositivi di protezione della pelle (creme protettive, pomate).
L’azienda deve provvedere necessariamente al reperimento dei DPI indicati dal D.Lgs 81/2008 nelle varie circostanze di rischio.
È utile ricordare che, in aggiunta ai dispositivi di protezione individuali, ci sono anche i dispositivi di protezione collettiva. Tali consentono di fronteggiare l’esposizione di una buona parte di lavoratori ad un determinato rischio. A tale proposito si possono annoverare tra le spese quelle di confinamento, di costruzioni che vanno dagli schermi protettivi, alle pareti e alle recinzioni in metallo o altri materiali.
Scarica esempio delle procedure del Kit Procedure ISO 45001:2023