Alla base di ciascuna norma, di ciascuna legge o di qualunque decreto ci sono consapevolezze e propositi.
Tutto l’impianto normativo che concorre a disciplinare le attività lavorative nell’ambito della sicurezza è basato sulla consapevolezza dei rischi che possono danneggiare le persone fisiche (lavoratori) attraverso l’episodio “infortunio” e attraverso le malattie che possono insorgere quando si è esposti a determinati agenti fisici, chimici, biologici ecc.
Considerando l’evento “malattia” e l’evento “infortunio” noi ci esprimiamo parlando rispettivamente di “salute” e sicurezza suoi luoghi di lavoro.
La Norma ISO 45001:2018, nella sua formulazione e nella sua diffusione, è partita dalle consapevolezze oramai maturate circa le dinamiche lavorative delle aziende (organizzazione del lavoro, gestione delle attività, criteri di esecuzione e rapporti) e nutre dei propositi in merito alla salute, alla sicurezza e alla qualità della vita del lavoratore.

Implementare un sistema di gestione ai sensi della ISO 45001:2018 punta a proteggere il lavoratore: la relativa certificazione dovrebbe attestare (per i terzi interessati) l’affidabilità del sistema nel perseguire e raggiungere gli obiettivi stabiliti.
La certificazione ISO 45001:2018 serve a ben poco se il sistema di gestione non è in grado di dimostrare la sua efficacia nei fatti, nei numeri e nelle performance.
Se un imprenditore, un datore di lavoro o un direttore vogliono tutelare davvero la salute e la sicurezza dei lavoratori allora devono acquisire la consapevolezza che il modo più semplice e più pratico è quello di adottare e far funzionare efficacemente un sistema di gestione quale quello definito dai requisiti della 45001 e illustrato nella sua linea guida.
Adempiere ai requisiti stabiliti dalla legge in materia quali, ad esempio, quelli stabiliti nel D.Lgs 81/08 non richiede necessariamente l’adozione di un sistema di gestione ma, tanto i consulenti, quanto i datori di lavoro sono coscienti della complessità della normativa che può essere affrontata e “digerita” attraverso un approccio sistemico strutturato piuttosto che con buona volontà ma lasciata al caso, o peggio ancora, all’improvvisazione.
La certificazione perciò, ancorché non obbligatoria, dimostra al datore di lavoro, ai lavoratori e ai loro rappresentanti, ai committenti e alle autorità di controllo che “il sistema” sta funzionando.